Allora.
Questa non è la serata migliore per tradurre una poesia del genere - che pur essendo brevissima è probabilmente una delle cose più difficili che mi sono trovata davanti. Credo. O forse è che non sto bene e non ragiono al massimo. *rolling-eyes*
Comunque, un abbozzo di traduzione l'abbiamo prodotto, grazie a Fata.^^ E la posto lo stesso, finchè qualcuno non se ne esce con qualcosa di migliore. (Magari quando mi arriverà la raccoltà ci sarà la versione professionale... *rolling-eyes*)
CITAZIONE
Dopo aver parlato
Non sai conservare il tuo amore
in silenzio. Ma importa forse
agli altri? Silenzioso godesti,
e ora silenzioso devi
soffrire, senza dire niente.
L'amore è di un'essenza
che si corrompe al nominarlo:
nel silenzio si genera.
Di silenzio si nutre
e silenziosamente si apre
come un fiore. Non dirlo;
soffrilo dentro di te, ma taci.
Muori con lui, se morirà;
se vivrà, vivi con lui.
Tra morte e vita, taci,
perché non ammette testimoni.
Una nota sulla traduzione.
Nell'originale sono presenti tantissimi imperativi *secchissimi* e estremamente amari che in italiano si sono persi quasi del tutto - non abbiamo saputo trovare soluzioni migliori, noi. Mi spiace.
In originale è veramente veramente *meravigliosa*.
Perchè è *lui* nella forma più vera.
C'è la sua amarezza, la sua intransigenza - il suo sentirsi fuori tempo e la sua sensazione di non aver nulla di vero in mano. Di essersi perso la gioventù per ritrovarsela nel cuore quando ormai è troppo vecchio per viverla. La sua coerenza assassina, che gli impedisce di perdonarsi ogni minimo sbaglio - e che probabilmente gli impediva anche di perdonarlo a chiunque altro.
E non so. Credo sia una delle cose che più amo di quell'uomo. Non dico la più bella, ma sicuramente una delle sue caratteristiche più vere.
Perchè almeno per quel che mi riguarda, non è il Cernuda giovane ad affascinarmi maggiormente. Non è quel bambino con gli occhi grandi, o quel ragazzo dai lineamenti così dolci. Non è il vetro arrotondato e fragile, quasi soffiato, dei suoi primi poemi.
È la rigidità di quelli successivi. Il dolore trattenuto in una maglia di acciaio. La secchezza dei versi, l'ordine quasi marziale dei componimenti.
E gli imperativi sono una cifra essenziale di tutto questo.
Perchè Cernuda non vagheggiava. Non si perdeva in sogni - non dopo l'esilio. Come se tutto il sangue e la morte avessero ucciso anche quello.
Anche l'amore era un imperativo. Stoico.
Ed era silenzio.
E io lo amo. *rolling-eyes*
(Fine intermezzo. Scusate l'OT. *rolling-eyes* Ma quando si parla di lui mi perdo. *rolling-eyes*)
Edited by roh. - 11/4/2010, 10:43