Sylvia Plath, o del disorientamento

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sallygiri-deb
view post Posted on 1/4/2010, 10:41




"I versi di Sylvia Plath giocano alla roulette russa con sei pallottole nella pistola",
cit. Robert Lowell.

Difficile definirla, difficile riassumerla, la Plath.
È un’autrice complessa che ha disegnato atrocità sul suo tempo, il simbolo delle donne che non vogliono sottostare agli uomini perché sono consapevoli di un loro intrinseco valore.
Il fenomeno Plath, è quello delle rivendicazioni femministe, così ve lo presenteranno. La poetessa dal talento superiore a quello delle sue possibilità materiali nella middle class americana degli anni '50.
Io la sento diversamente –sento lei, sento la radice spezzata. Sento il fiore che si rifiuta di essere tale, di essere un ornamento, di essere la madre di famiglia, la moglie, senza poter essere se stessa. Senza poter essere riconosciuta, come se stessa.
La trovo tragica ed immensa, nelle sue agonie multiformi, ma sempre riconducibili a quell’eccessiva quantità di spirito e passione che ovunque l’hanno trascinata, eccetto dove sarebbe voluta andare.
Ragazza prodigio e bellissima, vincitrice di concorsi e borse, sposa ad un poeta infinitamente più noto, Ted Hughes, ma anche infinitamente meno meritevole, madre di due figli, morta suicida a 31 anni, con un passato di depressioni, di un tentativo di suicidio fallito, la Plath è colei che porta il cuore sulla carne –carne senza pelle, e non può evitare di farlo palpitare all’aria. Sui nervi. E che venga annientato. È l’esempio lampante dell’Io poetico che percorre una strada completamente diversa dall’Io fisico, che se ne astrae e fa una vita a sé, finchè non diventa troppo potente, e conduce alla morte.
Già ho postato “Olmo”, che è in assoluto la mia preferita fra le sue opere, quella che conosco a memoria e ho letto centinaia di volte. Non vi citerò la sua più nota poesia, “Lady Lazarus”. Vorrei avere la capacità di parlarvi del suo racconto “Jonnhy Panic e la Bibbia dei sogni”, che mi ha lasciata disorientata per giorni interi, che mi ha tolto il fiato, allucinata come nessuno, neanche Rimbaud, era riuscito a fare mai. Inquietante, sotto ogni punto di vista. Vi parlerei del suo unico, brevissimo romanzo, “The Bell Jar”, La campana di vetro. Autobiografia del suo ricovero in una clinica psichiatrica. Ve ne parlerei perché sfogliandolo, non sembra granchè. Sembra una storia qualunque. Ma non lo è, perché si sente il suo cuore pulsare tra le righe, si sente la mente asserragliata di nulla e di un vuoto troppo vasto per essere tollerato.
Perché è annichilimento malcelato, quella storia.
E lei, è colei che dice: “Se non ami me, ama quello che scrivo, ed amami per quello che scrivo”. Come se le sue parole fossero davvero lei, e forse è così. Soprattutto negli ultimi anni, scrive molto, scrive di notte e in fretta, con urgenza, quasi le parole potessero sfuggire e non tornare mai più. E con loro, sfuggisse anche lei.
“Olmo” è già postata. Vi lascio questa, non perché sia più la più bella, ma perché l’ho riletta di recente e l’ho percepita. Scusate se mi sono dilungata. Ma è terribile, che la Plath non sia conosciuta abbastanza.
NB: ve la lascio in traduzione italiana. Chi volesse, mi mandi un mp per il testo inglese ^^

IO SONO VERTICALE
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con la radice nel suolo
che succhia minerali e amore materno
per poter brillare di foglie ogni marzo,
e nemmeno sono la bella di un’aiola
che attira la sua parte di Ooh, dipinta di fiori stupendi,
ignara di dover presto sfiorire.
In confronto a me, un albero è immortale,
la corolla di un fiore non alta, ma più soprendente,
e a me manca la longebità dell’uno e l’audacia dell’altra.

Questa notte, sono l’infinitesima luce delle stelle,
alberi e fiori vanno spargendo i loro freschi profumi.
Cammino in mezzo a loro, ma nessuno mi nota.
A volte penso che è quando dormo
che somiglio a loro più perfettamente----
I pensieri offuscati.
L’essere distesa mi è più naturale.
Allora c’è aperto il colloquio tra il cielo e me
e sarò utile quando sarò distesa per sempre:
forse allora gli alberi mi toccheranno, e i fiori avranno
tempo per me.
 
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